autore :
Margherita M. IIB
Una volta, a Varazze, costruirono un palazzo, non come tutti gli altri, ma speciale, in cui vennero racchiusi tutti i segreti della cucina italiana.
Si diceva che, ad ogni piano, fosse stata dedicata una portata di un classico pasto all’italiana.
Una volta costruito, venne aperto esclusivamente ai bambini della città i quali corsero a fiotti con un po’ di timore, aprirono tutti insieme la morbida porta di riso soffiato e poi, affannosamente, spintonando e scivolando, salirono su per la scala di spaghetti al sugo e già questo, era un indizio!
Dopo pochi secondi, si ritrovarono, infatti, nella sala dedicata ai primi: era una stanza enorme arredata proprio con gusto!
Le poltrone erano di lasagne succulente e, nel bel mezzo della sala, troneggiava un enorme pianoforte, grosso e grasso come un timballo di maccheroni: i suoi tasti erano formati da penne in bianco e da scaglie di tartufo nero; vasi di ravioli e fiori di gnocchi al pesto completavano il quadretto suggestivo.
Non essendo ancora sazi, i bambini corsero con le manine e le faccine paffute, appiccicaticce e sporche di un mix di pietanze verso le scale di acciughe sotto sale, ma per errore del “cuoco” al posto del sale erano ricoperte di pepe che li fece piangere e starnutire per tutta la scala.
Una volta arrivati, grondanti di sudore e tutti rossi, si ritrovarono su di un tappeto piuttosto “farinoso” di carne impanata , collocato vicino a una doccia di melograno che sparava tutti i suoi semini rossi ininterrottamente.